Booksandbooks mette a disposizione la più importante opera italiana di sempre, gratis gli ebook dell’Inferno, del purgatorio e del Paradiso, La divina commedia di Dante Alighieri. T.S. Elliott ha affermato che La Commedia, alla quale l’ammirazione dei posteri ha aggiunto l’aggettivo Divina, dei grandi poemi è il più universalmente acclamato, quello a cui è più facile accedere al primo approccio. Effettivamente la difficoltà per il lettore, coadiuvato dalle indispensabili note, non è maggiore di quella richiesta da altre grandi opere.
Il poema è scritto da Dante durante il suo esilio tra il 1304 e il 1321, secondo le parole dello stesso autore: «Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura / che la dritta via era smarrita». Era l’anno del grande Giubileo a Roma ordinato dal Papa Bonifacio VIII, circa 700 anni fa (la metà esatta della speranza di vita dell’epoca). Nella primavera del 1300 infatti Dante aveva 35 anni ed è il giorno di Pasqua che egli intraprende il suo viaggio nell’al di là.
Intitolato Commedia dal suo autore (nel senso che l’opera è a lieto fine, anche se l’inizio lieto non è), siprannominato Divina nel XVI secolo da un editore veneziano, Ludovico Dolce, il capolavoro dantesco consta di 14233 versi ripartiti in terzine, raggruppati in 100 canti, ripartiti a loro volta in tre parti:
l’Inferno dal 1304 al 1307 (un’introduzione generica + 33 canti)
il Purgatorio dal 1307 al 1313 (33 canti)
il Paradiso dal 1316 al 1321 (33 canti)
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L’opera divenne subito celebre. In Toscana, fino a non molto tempo fa, il popolo e gli artigiani conoscevano a memoria ampi stralci dell’Inferno, che veniva letto ritualmente, la sera, intorno al focolare, prima che arrivasse la televisione… Durante il suo doloroso esilio, i Principi illuminati chiamarono Dante presso le loro corti per sentirlo declamare ciò che egli stesso, nel suo Paradiso, chiamava «il Poema Sacro».
La Firenze di Lorenzo De Medici del XV secolo aveva un vero e proprio culto per Dante. Leonardo, Raffaello e Michelangelo lo consideravano un maestro e Botticelli impiegò dieci anni per illustrare ognuno dei cento canti. Nel XVI secolo, Francesco I e sua sorella Margherita fondarono un’Accademia Dantesca dove, tutte le sere, si leggeva la Commedia. Molto dopo la sua morte, il nome di Dante venne fatto incidere da Paolo VI nel battistero di Firenze, dov’egli era stato battezzato.
Jorge Louis Borges, nei Nove saggi su Dante ha magistralmente commentato l’opera di Dante. Tra le centinaia di personaggi della Commedia, ne considera quattro in particolare: Ulisse, il Conte Ugolino, Francesca da Rimini e Beatrice.
Dante, in viaggio verso il Paradiso, lavorò al più cristiano dei libri mai prodotto da mente umana e secondo Borges, la coscienza di essere in procinto di lanciarsi in un’avventura pericolosa, che lo avrebbe esposto alle vendette dei suoi nemici, fece sì che Dante si identificasse in Ulisse. È con una pietà infinita che Dante ascolta la confessione di Francesca, donna adultera, anziché respingerla e, sempre secondo Borges, Dante ammira e invidia Paolo e Francesca, gli amanti maledetti che, a causa del loro reciproco amore, sono condannati ad contorcersi per l’eternità tra le fiamme, il che che non fu certo il destino di Dante e Beatrice.
E’ un’opera di rara intensità che abbraccia tutto quello che poteva contenere allora uno spirito umano, che ha sorpreso i suoi contemporanei per la gioventù, il vigore, la freschezza della lingua. La chiave della Commedia è chiaramente basata sul numero “tre” che esprime la trinità divina e sul numero “dieci”, numero perfetto (Beatrice compare nel canto XXX del Purgatorio e pronuncia il nome di Dante soltanto al verso 73).
E’ il racconto di un viaggio fantastico nell’al di là, compiuto nel corso della settimana santa dell’anno 1300 da Dante stesso, perduto nel mezzo del cammin della sua vita nella foresta oscura del peccato, salvato dal pericolo dall’intercedere della benevola Beatrice. Dante compie un pellegrinaggio salvifico nell’altro mondo, guidato prima all’Inferno e in Purgatorio da Virgilio (il grande poeta romano che simboleggia la ragione umana) e poi in Paradiso da Beatrice (che simboleggia la scienza divina). Un viaggio con un significato allegorico, che rappresenta l’itinerario che l’uomo deve percorrere per fuggire le passioni terrene e arrivare all’illuminazione delle libertà morali e della fede. Un cammino che va dall’istinto e dall’ignoranza verso la coscienza della verità e della salvezza.
Dante ci espone anche la sua concezione dell’al di là attraverso una peregrinazione soprannaturale successivamente all’Inferno, nel Purgatorio e in Paradiso. Dopo aver assistito a diverse processioni mistiche e a metamorfosi fantasmagoriche, vede apparire Beatrice al suo arrivo in Paradiso, mentre Virgilio discretamente si eclissa.
E’ con Beatrice che Dante prosegue il suo viaggio di ascensione in Paradiso, rappresentato secondo le teorie di Aristotele e di Tolomeo, e arriva alla visione ineffabile di Dio con San Bernardo, che da lì sarà la sua guida.
La Commedia si conclude con l’integrazione assoluta del sapere filosofico nella verità di Dio, l’elevazione dell’amore al rango di principio di tutti i beni e tutti i mali, la risoluzione dei problemi politici attraverso la dottrina della legittimità universale ed eterna dell’Impero.
La Divina Commedia si inserisce nella lunga tradizione delle visioni dell’al di là e lascia ampio spazio alla tradizione greco-latina. Il viaggiatore dell’al di là è contornato da poeti e ha preoccupazioni da poeta. L’opera è scritta in prima persona ma il nome di Dante viene pronunciato una sola volta da Beatrice.
Questa struttura prismatica dell’io narrante è senza precedenti, in anticipo sulla moderna ricerca letteraria. Dante è il soggetto onnipresente del poema, ma non ne è mai l’oggetto. Non possiamo dare un’immagine schematica del mondo della “Commedia” ma è possibile disquisire l’ordine che presiede alla descrizione dei tre regni della dannazione, della penitenza e della beatitudine. Nell’Inferno è presente un’enorme forza patetica, nel Purgatorio un’emozione penetrante e nel Paradiso il miracoloso trionfo dell’immaginario.
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