A disposizione di tutti i suoi lettori l’ebook gratuito di una delle più grandi opere della letteratura mondiale, il Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes. Il Don Chisciotte della Mancia è pubblicato da Miguel de Cervantes Saavedra, in due fasi distinte: la prima parte, scritta probabilmente tra il 1598 e il 1604, vede le stampe nel 1605, mentre una seconda parte uscita nel 1615 dopo che, in seguito al successo e quindi alle numerose ristampe della prima edizione, un non meglio identificato Alonso Fernandez de Avellaneda aveva pubblicato l’anno prima il Secondo tomo della vita dell’ingegnoso hidalgo Don Chisciotte della Mancia:opera di imitazione chiaramente non dovuta alla penna del Cervantes che proprio per la preoccupazione di vedere il proprio personaggio sfruttato da altri autori accelerò la scrittura della seconda e ultima parte delle sue avventure.
Motivo distintivo, infatti, della seconda parte del romanzo il fatto è, che non è più Don Chisciotte a trasformare la realtà secondo la sua immaginazione, quanto piuttosto i personaggi intorno a lui, incluso Sancio, a volerlo convincere a compiere stramberie per poterne poi ridere. Anche questa sortita si conclude in ogni modo con un ritorno al villaggio, qui Don Chisciotte si ammala preso da una forte febbre che lo tiene a letto. La malattia lo rinsavisce, ma proprio allora muore.
Il Don Chisciotte è un’opera di una complessità straordinaria, sia a livello tematico sia stilistico, e di conseguenza molte sono state le interpretazioni che sono state date, anche opposte tra loro. L’universalità dei personaggi creati da Cervantes ha indotto i critici spesso a contestare storicamente il romanzo e a leggerlo quasi come opera contemporanea.
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E’ possibile però ricondurre le varie analisi critiche fondamentalmente a due tipi di letture: da un lato quella “giocosa”, il cui massimo sostenitore è forse l’intreccio che nel suo svolgersi rileva come la follia di Don Chisciotte altro non sia che gioco, parodia, comicità, riconducibile alla follia erasmiana; dall’altro l’interpretazione “tragica”, che si è affermata storicamente durante il Romanticismo, che vede nell’hidalgo un campione dell’idealismo costretto a scontrarsi con una prosaica realtà priva d’ogni eroismo. Ad ognuna di queste interpretazioni è possibile muovere delle obiezioni perché in realtà entrambi i toni, quello della gaiezza e quello della melanconia, pervadono la narrazione e sarebbe troppo riduttivo cercare di affermare una visione critica definitiva; come per l’Amleto di Shakespeare continueranno a susseguirsi le più svariate letture.
Il lettore, però dovrebbe concentrare l’attenzione sullo stile dell’opera, la sua modernità stilistica, appunto. Questo spiega anche come mai il dibattito critico, anche nel corso del Novecento si sia appassionato a questo romanzo, “che partendo dalla letteratura cortese-cavalleresca, dalla letteratura pastorale, dal romanzo picaresco, dalla novellistica, abbia unito tutte queste esperienze per creare qualcosa di assolutamente originale ed unico, definito da molti come il primo romanzo moderno”. Per esempio c’è la stratificazione dei piani narrativi, in cui agiscono diversi narratori che rimandano l’uno all’altro: Cervantes dichiara, infatti, di rifarsi ad un manoscritto arabo di un certo Cide Hamete Benengeli per la narrazione delle gesta di Don Chisciotte, nella seconda parte del romanzo poi si parla spesso del libro pubblicato, nella finzione, sulle avventure dell’hidalgo e che lo mette così in cattiva luce, espediente attraverso il quale Cervantes non lesina critiche al libro veramente pubblicato apocrifo nel 1614 con protagonista il suo folle cavaliere. “In proposito si è parlato di un vero e proprio gioco di specchi attraverso il quale viene demolita la concezione univoca della realtà, sostituita da numerose prospettive che ci forniscono un quadro sfuggente, contraddittorio, in eterno equilibrio tra reale, e irreale”.
Letteratura e vita, teatro e vita nel Don Chisciotte si mischiano: i mulini a vento diventano dei giganti, le locande dei castelli, i montoni degli eserciti nemici, etc. Ogni cosa può essere soggetta a diversi punti di vista, il che fa perdere chiaramente l’esatta concezione della realtà. Sarebbe così testimoniata da Cervantes la crisi di fiducia del suo tempo nelle acquisizioni rinascimentali quali l’armonioso equilibrio tra la natura e l’uomo, la fiducia nell’agire umano guidato dalla razionalità. Nel suo romanzo regnano invece la confusione, l’incertezza, il disinganno: una “scissione tra coscienza e vita” che perdura ancora oggi e che rende il Don Chisciotte così attuale.